Ciabatte con pomodori secchi e olive celline: un po’ di Puglia a casa mia!


Eh sì, c’è da dirlo: quest’estate siamo stati in Salento e non me ne vogliate se nel titolo ho messo Puglia, è tutta una regione straordinaria! Vabè, e ho portato a casa dei pomodori essiccati che poi ho insaporito – urca ancora devo postarli!! – e le olive celline, quelle piccole, nere, che macchiano tantissimo e che di solito si mettono sulla focaccia e nella “cucuzzata”, una pagnottella piccolina con le olive intere!!! Pazzi!

Tra l’altro ecco che sto svelando un’altra ricetta di una delle foto del post di qualche giorno fa!

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Di recente mi sono imbattuta in due pani di Sandra: questo con olive verdi ecc e questo con pomodori secchi, io ho fatto un mix tra i due e ho formato delle ciabatte 😀

250 g farina 00 per pizza (io Simec)
250 g semola rimacinata di grano duro
360 acqua tiepida
80 g pm
1 cucchiaino malto d’orzo
8 g sale
una manciata di olive nere celline
2-3 pomodori secchi
Lasciare in autolisi per 45 minuti l’acqua meno 15g e le farine mescolandole per far assorbire l’acqua,coprire e lasciar riposare. Passato il tempo unire la pm a pezzetti, il malto e impastare a vel 1-2 per una decina di minuti, poi unire anche il sale e i 15g di acqua restanti, un goccino alla volta per non far perdere l’incordatura! Ad impasto liscio e morbido, ma incordato, fare le pieghe su piano oleato intervallandole di almeno mezz’ora l’una dall’altra, facendo riposare l’impasto in un contenitore oleato e ripetere per 3 volte circa:
Risultati della ricerca per ciabatte
Ho lasciato quindi lievitare coperto finchè non ha triplicato, così ho sgonfiato e farcito sgonfiando appena appena la palla, ho poggiato le olive snocciolate e i pomodorini secchi entrambi a pezzettini, ho impastato velocemente per far incorporare la farcitura, l’ ho lasciato stare pochi minuti e ho messo in frigo per la notte. L’indomani mattina ho tirato fuori e lasciato 2h a t.a., ho diviso e formato 3 ciabatte, ho lasciato lievitare e poi ho infornato a forno caldo su teglia bollente, a 250° per i primi 10 minuti, spruzzando con acqua e poi ho abbassato a 200° fino a doratura. La prossima volta però proverò con forno freddo.
ciabatte pomodori secchi e olive
Da calde buone, ma tiepide perfette! Una l’ho portata a Raro che in macchina a momenti la finiva, invece l’ho fermato in tempo per farlo assaggiare anche a casa: promosso!!!
ciabatte pomodori secchi e olive (8)
Insieme alla ciabatta di Bertinet, per loro è stato il migliore di sempre!
ciabatte pomodori secchi e olive (10)
E poi con quel profumo di Puglia e di Salento in bocca….
ciabatta pomodori secchi e olive
Vi consiglio di provarle e di gustarle a suon di Pizzica 😀
Grazie ancora Sandra!

Pane con 40% farina di segale integrale e noci


Beh Gi prima e ancora oggi Nico alla fine ci sono riusciti a portarmi sulla via della segale ed eccomi qui a sperimentare quest’altra farina speciale! Ha origini antiche, è tra i cereali classici e spesso un pane preparato con questa farina ha la caratteristica di essere piuttosto scuro, e se è usata in maniera assoluta diventa “nero”; inoltre proprio l’altro giorno anche Anto di Relaxing Cooking  ha preparato il pane con questo cereale indicando che è un cereale ricco di sostanze che danno benefici al nostro organismo e che unito alle noci è l’antidoto perfetto per abbassare il colesterolo! Ed ecco che io c’ho messo pure qualche gheriglio 😉 A voi il neo ribattezzato “Fagiolone” 😀

pane 40% segale  (8)

300 gr di farina di grano tenero forte (io ho usato 250g di farina 00 pizze Simec e 50g Manitoba
200 gr di segale integrale
400 + 30 gr di acqua
100 gr di pm pimpante e rinfrescata
12 gr di sale
5 noci

ho sciolto la pm a pezzetti nell’acqua e ho subito messo le farine, facendo impastare il ken con la foglia, per far incorporare più aria a vel 1, dopo 5 minuti ho aggiunto il sale e ho continuato con la foglia. Si sono formati tanti nastri intorno alla pasta e alla frusta, e hanno impiegato parecchio prima di lasciar incordare per bene, ho aumentato a vel 2 e ho fatto arrotolare tutta la pasta alla frusta e piano piano ciurca 10ml alla volta ho aggiunto gli ultimi 30g di acqua, forse anche qualcosina in più. Passati 20 minuti ho cambiato e ho messo il gancio a uncino e ho lasciato impastare altri 10 minuti circa, finchè sollevando l’impasto non risultava elastico e estendibile e resistente, una sorta di prova velo 😉

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Ho ribaltato tutto sul piano oleato, mani oleate e ho fatto 2 giri di pieghe a 3, ho lasciato riposare e a intervalli di 40 minuti, ho inserito anche le noci e ho piegato così x  3 volte finchè mi è sembrato che stesse “su” da solo. A questo punto ho fatto un’ultima piega avvicinando i lembi, senza sovrapporli, per fare una filone, e ho  posato su carta da forno.

pane 40% segale  (1)

Dopo 4h non era ancora raddoppiato, ma dovevo andare a dormire così ho osato e ho riformato il filone e ripoggiato sulla carta forno stavolta l’ho inserito in uno stampo da plum cake in silicone, per contenerlo un po’, ma senza dare la forma  finale del pane in cassetta 😉

Stamattina alle 6 (grrrrrrrrrrrrrrr) mi sono svegliata presto (grrrrrrrrrr) e con l’occasione ho infornato a forno freddo impostato a 240°, abbassato a 220° a temperatura raggiunta, per un’oretta; ho anche spruzzato un po’ d’acqua per la prima mezz’ora. L’ho fatto stiepidire un po’ e l’ho rinfornato a forno caldo ventilato per una 10 di minuti per avere una crosta più croccante 😉 Devo dire che è cresciuto abbastanza, si era un po’ seduto tolto dal silicone e invece poi si è sollevato, anche se i tagli si sono chiusi un po’.

pane 40% segale  (5)il risultato non è un pane leggero, dal basso peso specifico, ma c’è un odore per casa che ricorda il caramello, che penso sia dovuto anche all’odore delle noci che con il calore si son otostate e hanno lasciato questo profumo!!!

Per lo meno questa giornata piovosa ora profuma di pane di segale e noci!

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A più tardi per la fetta….stay tuned! 🙂 ecco l’interno del fagiolone:

40% segale fetta

 

Pane con farina di Kamut (90%) e lievito naturale


Da quanto avevo in mente di fare un pane con il kamut, al 90%! PErchè non il 100%? perche il mio lievito è alimentato con farina di grano tenero 🙂
Avevo comprato mezzo chilo di questa farina dopo che a papà avevano detto di variare un pochino, e per prima cosa feci il pane con la farina di mais, ricordate? e finalmente l’altra sera ho preparato questa pagnotta!

pane kamut

Non è cresciuta molto, la farina di kamut è piuttosto pesantina, ricorda sia per sapore che colore un po’ la semola e come lei assorbe moltissima acqua! Io seguito in parte le indicazione della balconcina Paola, ma per il procedimento il pane bianco con la farina di farro, un risultato davvero soddisfacente: un pane profumato, saporito e leggero dall’alveolatura piccola e stretta.

500g farina di kamut
quasi 400g acqua
100g pm (la mia è così profumosa!! si può calare a 70g)
1 cucchiaino di malto d’orzo
7g sale (noi mangiamo il pane sciapino)

Ho iniziato lasciando in autolisi la farina e quasi tutta l’acqua mescolate, per 40minuti. Poi ho aggiunto il lievito madre solido, ho lasciato andare il ken a vel. 1 per 10 minuti buoni, poi ho aggiunto il sale e piano piano altra acqua finchè l’impasto lo richiedeva, continuando ad impastare. Proprio come per il pane con il farro, ho fatto le pieghe a portafoglio su piano oleato, ho lasciato riposare e in un contenitore chiuso e oleato e ho ripetuto l’operazione due volte ancora, messo poi in cestino e messo in frigo per 19h, e ho lasciato altre 4 ore a t.a. per continuare la lievitazione fuori dal frigo. Poi ho cotto a forno freddo e acceso al max, ma la prossima votla quando dopo i tagli vedo che il pane tende ad abbassarsi parecchio proverò a infornare a forno caldo! Cmq ha cotto un’oretta i cui ultimi 10 minuti a forno ventilato.

Sono rimasta contenta anche perchè si è asciugato bene, mica come i primi pani di semola pesanti e umidi dentro!

pane kamut (2)

e con il bellissimo sole di ieri ecco qualche scatto sulla spiaggia con il mare d’inverno… sempre affascinante e rilassante vedere come le onde da “nervose e infervorate” si lasciano andare e passano oltre andando ad accarezzare la sabbia sulla battigia…

Pane leggero con farina di farro


Ci credo bene che per Sandra e la sua famiglia è il pane preferito! Ho fatto tante prove devo dire, ma ultimamente ho imparato a capire meglio gli impasti, a sentire le loro esigenze piuttosto che le mie, a guardare loro piuttosto che l’ora e finalmente anche a me sta riuscendo riuscito un pane da una morbidezza e sapori a dir poco straordinari!

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Un vero successo a casa e in bocca 😀  Capisco bene perchè lo introduce dicendo che è il loro preferito perché finisce subito!!!! Persino dalla foto si vede la sofficità della mollica!

Vediamo cosa serve:
250g Farina 00 W280 (io Simec per pizze, Sandra usa la 0)
250g farina bianca di farro
360g acqua
80g pm (quando è profumato come questo periodo vado anche con 100g :D)
11g di sale
olio qb per il piano e le pieghe

Io uso la planetaria e metto nella ciotola del Ken 350g di acqua con tutta la farina faccio amalgamare e lascio in autolisi coperto per 40 minuti. Dopo di che unisco la pm spezzettata, faccio partire la planetaria usando il la foglia e lascio andare a vel.1 per 10 minuti. Poi unisco il sale e faccio andare altri 10 minuti e nel frattempo aggiungo anche i 10 ml di acqua rimasti, pocchissima alla volta, 3-4 gocce per permettere all’impasto di assorbirla per bene.

A questo punto prendo la spianatoia in silicone, oleo il piano, e verso l’impasto che risulterà molto morbido-l’olio serve proprio a non farlo appiccicare ovunque. Faccio due volte le pieghe a 3, quindi stendo l’impasto a rettangolo, ricopro un terzo con la parte destra e poi porto anche il lato sx fino a sovrapporre la prima parte piegata. (come in foto, ma è di un altro impasto).

pieghe

Lo ripongo in un contenitore a chiusura ermetica e procedo ripetendo lo stesso procedimento ogni mezz’oretta per altre due volte (questa volta ho lasciato riposare un’oretta tra una piega e l’altra e le ho fatte 3 volte, dovevo fare mille cose). Dopo ciò si lascia lievitare fino al raddoppio e poi si mette in cestino. (a questo punto si può scegliere di metterlo in frigorifero per la notte-7-8h- farlo stare a temp ambiente 2h circa e procedere come descritto di seguito) Questa volta io ho lasciato in cestino ricoperto con un panno infarinato abbondantemente e tutto infilato in una busta di cellophan e lasciato a temp ambiente per tutta la notte, 8h, ma 7 sarebbe stato meglio.

farro gen 13 (3)

Così la mattina ho praticato tagli profondi (ma aveva appena appena superato la lievitazione) e ho infornato a forno freddo a 250°C per 40 minuti abbassando a 200 per altri 10 minuti.

Conservatelo in una busta del pane di carta.

farro gen 13 (4)ed ecco la fetta farro gen 13 (2)

e altre produzioni 🙂 Mmm… ogni volta che rivedo la foto con i pomodoretti secchi mi viene l’acquolina!

pane bianco al farro

Treccia Angelica soffice con marmellata di visciole


Mentre a Raro l’ho preparata con cioccolato bianco a tocchetti, a scuola l’altro sabato l’ho portata farcita con la marmellata di visciole di mia zia, devo dire che è risultata davvero buono, e non troppo dolce!

La base è quella della treccia soffice ai tre cioccolati, ma farcita con la marmellata e formata come la torta angelica.

treccia marty visciole

100g pm pimpante
200g latte
470g farina (farina per pizze Simec W280)
1 uovo intero
90g di zucchero vanigliato
7g sale
90g burro morbido ma non troppo

  • Con la foglia, ho sciolto la pm in 190g latte
  • ho impastato poi con 460g farina (tutta la farina meno un cucchiaio)
  • Ho aggiunto 80g di zucchero, subito dopo 1 uovo10g di farina e il sale.
  • Ho messo il gancio e poi aggiunto in pezzetti piccoli il burro a t.a., 1/3 del totale per volta,senza aggiungerne altro prima che fosse assorbito quello prima.
  • Ho ribaltato l’impasto ad ogni terzo di burro (quindi ho fermato la macchina, tolto il gancio, ribaltato e riagganciato), mandato a vel 1, poi ho aumentato tanto la velocità per far venire il velo.

treccia visciole

  • Ho portato l’impasto sul piano e l’ho massaggiato un po’ con le mani: com’era morbido ma sostenuto!

treccia visciole

  • Quindi dopo la prima lievitazione (durata 5h e mezza) ho steso l’impasto in un rettangolo, ho spalmato la marmellata e ho arrotolato a mo’ di strudel
  • Ho praticato un taglio netto longitudinale lungo il lato lungo e intrecciare i due mezzi rotoli tra loro formando un torciglione che tenendo il taglio verso l’alto, (io l’ho messo in una ciambelliera da 26cm (per mezza dose) ;) )
  • Ho fatto lievitare 10h, ma 8 sarebbero state sufficienti,o cmq fino al raddoppio.
  • Ho cotto per 40 minuti a 170°C da forno freddo

treccia marty visciole è sparita in men che non si dica, era sofficissima, prendevano praticamente due fette alla volta 😀

treccia marty visciole (2)

Questa ricetta partecipa alla raccolta di Nicoletta di Bread and Butter

con questa ricetta partecipo al contest “A COME ABBRACCIO” del blog  Lastufaeconomica

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Come ottenere la prova velo nei lievitati


Vi piacciono i lievitati soffici e sfilacciati, sia che siano dolci che salati? O preferite che siano panosi e ammassati?

Beh io preferisco la prima versione e da quando ho capito bene come funziona il metodo per ottenere, o per avvicinarmi il più possibile a quel risultato, cerco di avere il fatidico “velo”.

elmi 2°impasto  velo

E’ una prova che serve per verifcare l’estensibilità dell’impasto, la perfetta lavorazione e quindi il momento giusto che fa capire che è nelle condizioni di reggere le lievitazioni mantenendo sempre una pasta liscia e resistente, pronta a gonfiarsi e non a strapparsi. E’ una tecnica che si applica per impasti dolci e salati, principalmente per quelli grassi come brioche, trecce, colombe, panettoni, pandori, angeliche ecc, dove c’è una discreta quantità di burro, ma ciò non toglie il fatto che anche con impasti semplici come il pane io abbia ottenuto risultati finali migliori!

Questa prova si fa alla fine, quando si è finito di impastare, quando tutti gli ingredienti sono stati inseriti, la pasta è ben incordata e  attaccata al gancio, la ciotola è pulita e quindi la pasta è pronta per il riposo e la lievitazione.

Ma perchè si strappa l’impasto? Perchè non viene il velo? Eppure l’impasto è sodo e resistente! Tutto ciò capita quando l’impasto è ancora poco lavorato e poco idratato. Ora che ho capito le motivazioni, mi piace paragonare un impasto incordato ma che non supera la prova velo come la pelle secca per esempio: quando abbiamo la pelle delle mani, o del viso o le labbra secche e screpolate, cosa facciamo? Andiamo ad idratare con una crema, un burro cacao, giusto? ed è esattamente ciò che manca all’impasto: liquidi!

O ancora mi piace paragonare l’impasto ad una pancia di una donna incinta, si mettono creme e simili durante la gravidanza contro le smagliature, giusto? Si deve preparare la pelle ad un’elasticità ed un’estensibilità crescente, ma che sia anche forte e resistente. Spero siano esempi utili, a me hanno aiutato molto a ricordarmi l’importanza di questa fase.

Ora la prova pratica: si ungono le mani o si bagnano semplicemente con acqua (nel caso di impasti poco grassi,altrimenti si incollano alla pasta) e si tira piano piano l’impasto, si allargano le dita, o si alza verso l’alto, o magari si lascia direttamente attaccato al gancio dell’impastatrice se se ne sta usando una e se l’impasto non si strappa subito (è ovvio che dopo diversi secondi tende ad allentarsi e a fare i buchi,ha cmq un suo peso!)

Ora vi riporto quel che ho fatto per la treccia soffice ai tre cioccolati e i consigli delle balconcine, per me una vera rivelazione:

A impasto incordato e che credevo pronto, “ho aumentato tanto la velocità per far venire il velo (importantissimo e prova di incordatura riuscita, per una perfetta riuscita della mollica, morbida, soffice, cotonata e pettinata) che però non veniva, l’ho sbattuto/impastato sul piano, ha riposato 15minuti, credevo di smettere di impastare, ma Pichi dalla foto ha visto il non-velo (l’impasto si strappava) e mi ha suggerito di aggiungere un goccino di latte rimettere in planetaria velocemente e ci sono riuscita! Si fa la prova prendendo con le dita unte i lembi dell’impasto per non farlo strappare.

qui la differenza delle prove velo:

prova celo briocheelmi 2°impasto  velopanettone elmi 18.11veneziana di Di carlo

e dell’impasto prima e dopo aver ottenuto il velo, molto più liscio e lucido dopo:

Spero di essere stata d’aiuto,per me è un grande traguardo raggiunto e in giro non ho trovato molti spazi dedicati a questa fase delicata e importantissima 😉