Scorci di Roma…un pomeriggio a spasso…


Capita che con il mio Raro vada a passeggiare per nostra bellissima città, scegliamo la zona e via, andiamo dove ci porta il cuore….e la strada 😀
E vi vorrei mostrare alcune foto scattate nel rione Sant’Eustachio, proprio dove siamo andati a prenderci il caffè al famoso “Caffè di Sant’Eustachio”, bar tipico degli anni ’30, passando anche per la chiesa realizzata dal grande architetto Borromini, nel XVII secolo, S. Ivo alla Sapienza. Si trova proprio a pochi passi dal Caffè e anche da Piazza Navona e il Lungotevere all’altezza di via  Zanardelli. Purtroppo l’interno della chiesa non era visitabile, causa lavori, ma il suo esterno è davvero affascinante! Mea culpa non sono mai entrata, ma spero che la prossima visita sarà anche dell’interno! Intanto gustatevi la foto di questa chiesa barocca romana proprio dal cortile,

e la lantana sal cortile la prima e da piazza Sant’Eustachio ( la cui foto è presa da wikipedia)

e continuando la nostra passeggiata, dopo aver gustato il caffè a Sant’Eustachio (guardate il sito, è favoloso come si possa notare che il bar è davvero fermo d anni fa, ma ancora tanto attuale, perchè quant’era buono il caffè allora, lo è ancor aoggi!)

ieri…   

e tornando verso la macchina, ho notato un’insegna che indica il rione…beh, non ci avevo mai fatto caso prima…ari mea culpa…ma stavolta l’ho immortalata, e lei era lì, ferma… con la sua scritta…

che ci indica la direzione del ponte di Castel Sant’Angelo…

il tevere….non più biondo come ai tempi in cui l’avevano difinito così….ora è meglio che non mi esprima…

 

…ma è affascinante anche così….è il fiume di Roma, sono di parte 😀 anche con i suoi gabbiani,

… le sue nutrie…

e i Rari che lo vanno a trovare ogni tanto, scaldati da un bel sole invernale

e quei manichini/statue su quel balcone?!?!?! Chissà cosa e verso dove indicano… 😀

forse noi!!! Un saluto da Roma!

Pastéis de nata de Belém(pasticceria portoghese)


Eccola la ricetta dei famosi Pastéis de nata  he ho preparato per le meninas! Sono dei dolcetti della pasticceria portoghese, in particolare di Lisbona, o meglio, di Belém un quartiere a est di Lisbona, verso il mare.. la zona del grande Mosteiro dos Jerónimos, del Padrão dos Descobrimentos e della famosissima Torre de Belém!

La ricetta si dice sia segreta, ma devo dire che io ne ho trovata una che ci assomiglia davvero tanto e da lusitanista, in un mese a Lisbona vi assicuro che ne ho mangiati di pastéis!!! Anche le meninas hanno ritrovato lo stesso gusto e lo stesso sapore! Quindi ecco a voi che volete ritrovare quel piacere nel riassaggiare questi pasticcini o per scoprirlo nel caso non li aveste mai provati nella famosa pasticceria di Belém

Ingredienti:

3 rotoli di pasta sfoglia
500gr di panna fresca non zuccherata
150gr di 1zucchero semolato
250gr di latte fresco intero
4 tuorli
1 albume
1 cucchiaio di farina
zucchero a velo e cannella per decorare

stendere la pasta sfoglia e arrotolarla su se stessa e mettere in frigo o in freezer il tempo di preparare la crema

 per la crema:

-portare la panna sul fuoco con lo zucchero fino al suo completo scioglimento
– in una ciotolina unire alla farina un poco di latte x farla sciogliere, aggiungere il restante e unire alla panna
-unire anche i tuorli e la chiara battuti insieme (non montati)
– cuocere per una decina di minuti a fuoco bassissimo (o a bagno maria)
-far freddare la crema ottenuta (risulterà piuttosto liquida, perchè c’è pochissima farina (sostituibile anche con fecola di patate ;))
per accelerare la fase di raffreddamento, potete mettere il pentolino a bagnomaria in acqua molto fredda, magari con ghiaccio, ma coprendo la crema con la pellicola trasparente a contatto con essa.

 

a questo punto non resta che accendere il forno al massimo, e preparare il “pirottino” di sfoglia, come se fosse un veul-au-vent:

riprendere i rotoli di sfoglia dal riposo e tagliateli a rondelle di circa 3cm (con la sfoglia casalinga invece di 1cm)

e rivestire i pirottini (io ho usato sia quelli in silicone che quelli antiaderenti, per loro un velo di burro e una spolverata di farina) come in foto: quindi con l’interno verso l’alto schiacciare pian piano la pasta facendola aderire ai lati

e riempire così di crema fino al bordo della pasta, cuocere fino a doratura, o meglio fino a che la crema non si caramellerà per via dell’alta temperatura che la porterà a bollire e a bruciacchiare le bolle come in foto 🙂

Ingredientes:

1 rolo (300 g) de massa folhada (industrializada)
500 ml nata
150 g de açúcar refinado
250 ml leite fresco (gordo)
4 gemas
1 clara
1 colher de sopa de farinha de trigo
Açúcar em pó e canela para polvilhar

Modo de preparo:

Massa
1. Desenrolar a massa, e dividi-la em duas partes no sentido horizontal. Estendê-las um pouco.
2. Enrolar novamente uma massa como um rocambole.
3. Por cima desse rocambole enrolar a outra massa.
4. Cortar esse rocambole de massa em fatias de cerca de 1 cm (vai depender bastante do tamanho da forminha).
5. Forrar as forminhas com a massa.
6. Levar à geladeira para descansar

Creme
1. Levar a lume a nata com o açúcar até o diluir inteiramente.
2. Misturar a farinha com um pouco de leite fresco e unir o leite restante, as gemas e a clara já batidas.
3.Unir tudo ao açúcar dissolvido na nata e levar a mistura ao fogo em banho-maria e cozer por cerca de 10 minutos.
4. Esperar esfriar.
5. Rechear as bases de massa folhada.  Colocar pouco recheio para evitar que vaze durante a cozedura no forno.
6. Levar ao forno pré-aquecido 250°C até firmar e dourar.
7. Esperar esfriar um pouco e retirar das forminhas, no momento de servir polvilhar açúcar e canela.

 ps. sono piaciuti tantissimo anche a Valerietta, arrivando quasi a commissionarmeli per la prossima volta 😀 :-*

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Felicissima del fatto che questa ricetta sia stata la più cliccata del 2012, le ho dedicato un altro post 🙂

Esattamente un anno fa…


…ero agitatissima e in attesa….sì, in attesa di essere chiamata dalla commissione di Laurea per la discussione della mia tesi per la Laurea Triennale, pardon, di Primo Livello! é incredibile come passi velocemente il tempo che neanche ce se ne accorge! Fu una giornata davvero intensa e piena di emozioni, meno male che c’erano intorno a me le persone che mi amano e mi vogliono bene a sostenermi 🙂

Ma in relazione al tema universitario-laurea quest’estate sono andata in portogallo, a Lisbona, per un mesetto per perfezionare la lingua,  che dire un Agosto diverso, difficile per un verso, per la lontananza da casa, dal mio Amore, ma anche un’esperienza importante dal punto di vista della lingua e dell’adattamento e di condivisione con le mie meninas 🙂 Ecco qui alcune foto, che poi dovrò rimpinzare

Cmq incontrerete foto del castello,che è fantastico, da cui si vede Lisbona a 360° con tutti i suoi colori, i suoi tetti di altezze diverse, e il Tago, e il marchese di pombal, e praça do comércio (tutta pulita), con il suo terreiro do paço così grande, e la passeggiata della rua augusta insieme a tutte le ruas dei mestieri, tutti i suoi elevadores, e poi  tu l’Alfama….un quartiere magico, uno scorcio nel passato, nel passato povero e poverissimo di lisbona, dove rimangono intatte le tradizioni più veraci e profonde, sembra un paese a sè all’interno della città..dove passeggiando si sente dai locali la voce da far venire i brividi e commuovere dei fadisti e delle fadiste che cantano in onore di questa fantastica città tanto i dolori quanto gli amori…

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Un’isola…che lascia senza parole,ma con tanti ricordi!


Parlo dell’Isola d’Elba!! Dove sono stati i Rari a Settembre, per una settimanella da pauraaaaaaaa!!! ALl’inizio non pensavo di poter trovare tante meraviglie, ma in realtà ogni giorno è stato più bello del precedente per COLORI, ODORI, SAPORI!! Non posso che consigliare di trascorrere una vacanza in questa terra meravigliosa dal mare straordinario, le spiagge bellissime, i paesaggi incredibili e vari!  Noi ce la siamo girati praticamente tutta Barbarossa era solo un punto di partenza! Infatti nonsi può andare all’Elba e pensare di stare fermi in un punto solo per una settimana, è uno SPRECO!!

Il tempo non è sempre stato splendido ma non ci siamo di certo fatti spaventare: siamo andati all’acquario (il 2° più grande d’Italia per la varietà di pesci!!) e girato i tanti paesini che l’isola offre: Rio Marina, Rio nell’Elba, Porto Azzurro,Portoferraio,Cavo,Capoliveri,Marciama,MArciana Marina,Poggio,e poi PROCCHIO  cona la meravigliosa focaccia del panificio LA CAMBUSA!!!  bastano? 😀

E soprattutto di meno marittimo, il MONTE CAPANNE! con la sua funivia (da MArciana) si sale fino alla vetta per poter godere di uno spettacolo da brivido tanto per la vista, si riesce a vedere l’intera SAGOMA dell’Elba, come a dominarla,straordinario! Ma anche per l’olfatto!!! Credo che difficilmente avevo sentito un’intensità di profumi della natura tutt’in una volta, interamente avvolti dalla finocchiella (finocchio selvatico), rosmarino e tanti altri profumi tanto familiari!!! E poi da lassù, meglio che da altri posti si sono viste: le isole di CApraia, Montecristo, Pianosa, Giglio e l’Argentario, Corsica e la costa toscana!!

Insomma, se non sono stata tanto convincente ora vi mostro qualcosa per farlo 😀
Abbiamo cercato praticamente tutte spiagge di Sassi, ci piacciono di più e poi con il vento che poteva esserci (e ci è stato), volete mettere che non si alza tutta la sabbia e vi si appiccica addosso :D? E soprattuto nella calette, quelle più avventurose da raggiungere e per questo sicuramente più naturali, vere e con il mare bellissimo!!! ci voglio tornareeeeeeeeee!!!
Con ordine vi segnalo le spiagge dove siamo stati noi,secondo noi fantastiche, mentre abbiamo visto solo via mare, con il Nautilus tutta la costa ovest e sud-ovest:

Barbarossa, Enfola, Sansone (1000 punti x questa), Sorgente, Barabarca (altri 1000 punti), Laconella,
Acquarelli, Innamorata, Reale, Terranera!

qui e qui invece il link a tutte le spiagge in assoluto

in poche parole?! Una vacanza memorável con il mio Amore!!!  Cosììì!

 

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Lo Sfratto di Pitigliano


Non è riferito all’esser cacciati di casa questo titolo, o meglio, sì, ma non me e neanche voi, ma è, come dirò dopo, riferito agli ebrei di Pitigliano!

E’ un dolce tipico della tradizione pitiglianese, un tempo si preparava nel periodo natalizio, ma adesso si può trovare in tutti i forni del paese, sia nel ghetto che non! E’ diventato anche un prodotto del presidio slow food!!

Questo dolce l’ ho fatto per la prima volta poche settimane fa con l’aiuto di mia nonna proprio di Pitigliano, questo adorabile paesino, uno dei borghi toscani più belli d’Italia, immerso nel tufo e come diceva mio nonno “il paese più bello del mondo! . Ci siamo divertite e stancate un sacco, ma non le vedevo un sorriso simile da tantissimo tempo e ciò ha ripagato di tutta la fatica!

Ecco l’origine del nome:“Il nome dello Sfratto trae origine dalla storia della locale comunità ebraica di Pitigliano che ricorda l’usanza di picchiare alla porta degli ebrei con un bastone, usanza che va fatta risalire al secolo XVII quando il granduca di Toscana Cosimo II de’ Medici fece emanare un editto con il quale intimava agli ebrei delle zone di Pitigliano, Sovana e Sorano, di lasciare le loro case per trasferirsi nel ghetto di Pitigliano.
Un secolo dopo, gli ebrei di Pitigliano crearono questo dolce per ricordare l’evento dei messi che battendo alle porte degli ebrei intimarono loro di lasciarle. Infatti lo sfratto, ha la forma allungata, simile ad un bastone”

Dopo tutta questa bell’introduzione, vi posto anche la ricettina divisa in due parti (ripieno e pasta) che poi assembliamo, per preparare 6 dolci:

IL RIPIENO:

500gr di miele
600 gr noci sgusciate (=2kg ca intere)
Scorza di metà mandarino
Scorza di metà mandarino
2 dita di scorza di arancia
Noce moscata, cannella qb
(2-3 manciate di pan grattato)

Prima di tutto sgusciate le noci e riducetele in pezzetti più piccoli, ma cmq grossolanamente e unite le spezie e le scorze degli agrumi tritate (foto 1-2) Nel frattempo mettete a bollire il miele per circa 20 minuti (foto 3) o cmq fino a che alzandolo con un cucchiaio non formerà un filo (foto 4). A quel punto aggiungere le noci (foto 5). Mescolare bene il tutto e far bollire ancora per 8-10 minuti (foto6) (se risulterà troppo lento aggiungere del pan grattato).
A questo punto arriva il momento clou: facendo molta attenzione a non bruciarsi on il miele bollente, aiutarsi con un cucchiaio e formare 6 mucchietti(foto 7) e poggiarli su carta forno (mia nonna mi raccomanda di usare la tavola di legno), far freddare un po’ e con le mani bagnate di olio formare dei serpentelli (foto 8) lunghi circa 25 cm con diametro 3-4cm.

LA PASTA:

500gr farina 00
2 Uova intere*
3 cucchiai di zucchero
50 gr burro fuso
Semi di anice
1 bicchierino di liquore misto tra mistrà e whisky o brandy
100 ml latte
1 pizzico sale

*se si fa la dose doppia bastano 3 uova

Mischiare tutti gli ingredienti partendo da una fontana di farina e poi tutti gli altri fino a formare una palla che lascerete riposare per una mezz’ora-ora (fuori dal frigo) (foto 9)
Dividere la frolla in tre parti uguali, e stenderla alta ca 0,5mm (foto 10)
e arrotolarci i serpentelli di noci cercando di smussarli per renderli più cilindrici possibili, e far fare un giro e mezzo o 2 di pasta(foto 11). Continuare fino a formare 6 sfratti(foto 12), spennellare di latte o chiara d’uovo e infornare a 180°C per 15 minuti circa e a 200°C x altri 5minuti, ed eccoli pronti (foto 13)! lasciar freddare e gustarli dopo averli tagliati a tocchetti (non a fettine) (foto 14) accompagnati da un buon limoncello

Ed eccomi con la mia nonnina!

(si vedono praticamente solo le mani di nonna, ma l’abbiamo fatto insieme, giuro!A bocca aperta)

”Con questa ricetta partecipo al contest di Una Fetta Di Paradiso “Il Dolce Della Tua Nonna, Oggi Come Ieri”

sono arrivata al 2° posto!!!

Con questa ricetta partecipo anche al contest  

Cantinelle belle belle


 
Un weekend davvero diVino!!
Sono pronte anche le foto della festa delle cantinelle di Pitigliano!!  In alcune non si riesce proprio a nascondere la faccia acciuccata A bocca aperta d’altronde siamo andati alla cantina dal nome "la sbornia",Party non siamo arrivati a quel punto, ma insomma, la strada era quella giusta, dopo già un bel bicchiere di trecò, di sangria buonissima, purtoppo già finita al secondo giro Deluso, una bottiglia di trecò, vin santo, e bicchiere a scrocco….
 
All’anno prossimo allora Caldo E intanto proprio parlando di Piti,
 
Tanti Auguri al mio Papi!!!
 

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