“Che hai imparato a fare il pane?!”…anche con la farina di mais!


Questa è stata la frase che ieri mi ha detto papà con in mano una mezza fetta di pane “giallo”, quello con una parte di farina di mais!!! Incredibile ma vero! non pensavo avrei mai potuto utilizzare la farina per la polenta anche per il pane!!

Evviva le sperimentazioni in corso! Devo dire che mi sto lanciando parecchio ultimamente 😀 c’ho aggiunto anche un pochino di segale, (tiè!) nonostante la difficoltà maggiore di manovrare l’impasto. Infatti queste ultime due sono farine più povere di glutine, ma attenzione non prive!!, e quindi più difficili da incordare (oggi ho inserito anche le pieghe che ho effettuato per far asciugare l’impasto e quindi farla tenere maggiormente su)

Questo perchè è bene che papà diminuisca l’uso di farina di grano, così tendo a cambiare un po’ 😉 il risultato è un pane speciale, diverso dai classici: il mais infatti conferisce un saporino molto accentuato, sembra quasi un panbrioche con un sentore di popcorn e di tortillas! :)) provare per credere!

Ho seguito la ricetta di Gi, dovendo apportare qualche modifica per via del lievito diverso e del tempo a disposizione per cui ho dovuto accorciare un po’ la lievitazione partendo da più pm 😉

Quindi ho preparato il poolish, al raddoppio ho aggiunto la farina di mais ammollata per 15 minuti in acqua scaldata a 40°C e poi coperta.

Nel ken ho unito il mais al poolish, poi la farina 0, la poca segale, il sale e in ultimo l’olio (Gi consiglia di invertire gli ultimi due, mi son sbagliata). Impastare buoni 10 minuti prima con la foglia e poi con il gancio.

Io nel frattempo ho fatto un giro di folding, che poi ho ripetuto anche dopo aver portato la pasta sul tappetino di silicone (foto 2): ho preso i lembi della pasta e “uno spicchio” alla volta li ho portati verso il centro, quasi come una girandola con le punte all’interno. Quindi sul piano oleato con mani oleate ho fatto lo stesso, ho lasciato riposare 10 minuti, poi ho fatto le pieghe a 3 per 3 volte, a distanza di 20 minuti l’una dall’altra rimettendo l’impasto nella ciotola oliata, in pratica finchè non mi è rimasto in forma come nell’ultima foto, vedete come è sostenuto? Ho pirlato e messo in forma in cestino infarinando un tovagliolo (questo mi ha preso circa 1h e mezza). E ho lasciato lievitare a 28°C per 3h-avevo sonno, sicuramente un’altra oretta gli avrebbe fatto bene!

Mentre praticavo i tagli con la limetta, ho acceso il forno a 230°C e subito dopo ho messo il pane (cottura a freddo). L’ho cotto 40 minuti statico e 10 a ventilato per far asciugare la crosta!

Ricordandomi anche un po’ le tortillas con la farina di mais, ho disposto le fette in un cestino “isolano” portatomi da mia sorella dalle Hawaii, sicuramente più vicine al Messico che all’Italia!

Fatto interamente a mano da un hawaiano in spiaggia, con le foglie di palma se non erro!

Aloha!

Questa ricetta partecipa alla raccolta di Nicoletta di Bread and Butter

La Veneziana di Di Carlo con vaniglia e gocce di cioccolato a lievitazione naturale


La fine di un’Odissea!!!

Così volevo chiamare questo post.  La parola fine ha tanto una connotazione negativa, come qualcosa che si conclude, che cessa di fare il suo corso e quindi di essere in corso, si giunge ad un punto di non ritorno. Ma allo stesso modo assume anche un’accezione positiva quando questa conclusione chiude un ciclo di fatiche e ansie per portare emozione e SODDISFAZIONE!

Sarò ripetitiva, ma questi lievitati ancora mi mettono un po’ di pensieri, e ogni volta è una sfida nuova!

A casa noi siamo soliti mangiare dolci del genere solamente nel periodo natalizio, sono cmq molto ricchi di grassi e se si vuole stare un po’ attenti effettivamente non sono proprio tra i più indicati! In più Roma non ce l’ha di tradizione, sono dolci importanti “dal Nord” :))) in più neanche è tra il genere che amiamo di più, ma volete mettere la soddisfazione di farli a casa e di riuscirci più o meno bene?!!? Ogni volta non è solo una sfida, ma è proprio un’emozione nuova veder nascere dalle tue mani-e dall’aiuto di Robin (il mio kenwood-robin hood:))- espressioni della pasticceria di questo genere e livelli!

La ricetta è quella della Veneziana di Di Carlo, presa da Terry, ma sarebbe più una “quasi” venezianaperchè ho diminuito circa 50g di burro (lo so che non si fa, ma mi sembrava non lo prendesse più!), ho avuto qualche complicazione con la 2° lievitazione, che ha compromesso la sofficità, ma riporto i miei accorgimenti in modo che tanto io quanto voi possiate evitare i miei stessi errori e fare una Veneziana ancora migliore, magari proprio quella di Di Carlo 🙂

qui potete vedere anche i miei suggerimenti per il panettone, la cui lavorazione e quindi come comportarsi è molto molto simile (preparato dopo la Veneziana in ordine di tempo e di cui ho fatto tesoro 😉 )

Per stampi da 1kg
(18×11 oppure 21×7, l’ultimo è quello tipico per questo dolce, basso e largo) – io ho adattato le dosi allo stampo a fiore da 750g  ma riporto quelle da kg 😉

Prima di iniziare è ben aver rinforzato la vostra pm, con tre rinfreschi ravvicinati nello stesso giorno del 1° impasto, sempre che sia triplicata di volume ogni volta in 3-4h!

60gr di pm
100gr di acqua
60gr di zucchero
200gr di Manitoba setacciata (io ho usato Simec W~430)
85gr di burro uscito dal frigo a tocchetti
3 tuorli di uova (a t.a.)

Con la foglia ho sciolto tutto lo zucchero meno 3 cucchiaini nell’acqua, la pm e dopo ho aggiunto 2/3 della farina man mano che gira (vel. 1) e lasciare incordare, poi ho aggiunto contemporaneamente 1 tuorlo, 1 cucchiaino di zucchero e subito un cucchiaio di farina, senza mai perdere l’incordatura; proseguire fino a completamento dei tuorli.

A questo punto mette il gancio e proseguire aggiungendo il burro a tocchetti grandi mezza nocciola e non aggiungerne altro prima che sia assorbito, (mai perdere l’incordatura!), ribaltate ogni tanto per ripulire la ciotola e se vi sembra che stiate perdendo l’incordatura o se la pasta è aggrappata fino in cima al gancio. Aumentare la velocità (2-3) per un minutino e fare la prova velo. A velo ottenuto lasciar lievitare fino a 3 volte dal volume iniziale (10-12h a me di più)!

mettere i semi di  mezza bacca di vaniglia nel miele.

Quindi procedere con il 2° impasto

75gr della stessa manitoba di sopra (W~430)
20gr di miele (io acacia) con i semi di mezza bacca di vaniglia (o intera se non mettete canditi)
60gr di zucchero
3 tuorli di uova (a t.a.)
125gr di burro morbido
4gr di sale fino
15gr di acqua
125gr di gocce di cioccolato (tenute in freezer)
 

Far rincordare il 1° impasto ormai triplicato,  e aggiungendo un cucchiaino alla volta iniziate ad unire la metà dei tuorli con lo zucchero, tenendo sempre l’impasto incordato, unire il burro a poco a poco come per il 1° impasto, la farina, e per ultimo l’altra metà dei tuorli, sempre un cucchiaino alla volta e il sale (non dimenticatelo!!). Per la prova velo, anche stavolta considerate qualche goccio di acqua.

e infine le gocce di cioccolato a vel minima mescolarle con la pasta giusto il tempo per farle inglobare. Lasciar lievitare a 26/28° per un’ ora e poi a temperatura ambiente per altri 45 minuti. Quindi fare delle pieghe al centro e pirlare per ottenere una palla più tonda possibile su un piano e mani untate d’olio di semi o burro, e mettete nello stampo a lievitare a 28°C fino a farlo arrivare al bordo, su una teglietta e dentro una busta di cellophan.

Questa la dose di glassa per 1 veneziana da 1kg (io ne ho fatta il doppio e poi ho fatto questi scrigni alle mandorle):

30g mandorle tritate (a farina)
55g di zucchero
30g di albumi
6g di amido di riso (o di mais o fecola)
poche gocce di estratto di mandorla amara

qualche mandorla intera spellata e non
zuccherini
zucchero a velo

Si mescolano tutti gli ingredienti tra loro fino ad ottenere una consistenza omogenea e non troppo liscia, da pote poi usare con un sac a poche. Riporre in frigo coperta da pellicola.

La mia Odissea qui è continuata, ha lievitato 27h e per timore che inacidisse e slievitasse ho infornato anche se in teoria avrei dovuto aspettare ancora (è andato storto qualcosa e dovrebbero essere più o meno i motivi che troverete qui con i tips, ci vogliono in genere dalle 5 alle 10h)

Un’ora prima tirare fuori dal frigo la glassa alle mandorle. Mentre si accende il forno quindi scoprire il dolce dalla busta per creare la “pellicina”, riempire una sap e creando delle righe da due cm dal bordo ricoprire la superficie.

Aggiungere qualche mandorla, gli zuccherini e infine spolverate un po’ di zucchero a velo con un setaccino per ricoprire tutto, infornare a 165° per circa 50 minuti, vedrete come si gonferà!!!! Vale la prova stecchino! infilare uno spiedo/ferro da maglia a 1cm dalla base e capovolgere su due piani alla stessa altezza.

E qui la fetta mangiata con la mia menina Mary, Monica, Raro, Giuseppe e Elena 🙂

Per quanto è cresciuta si è spaccata la glassa!

Ricetta del panettone del maestro Elmi a lievitazione naturale (senza canditi)…mai prima d’ora…


Mai e dico MAI, lo ridico MAI, si è capito?!  Ancora sono stupita e felice! E poi mi fa tanto aria di Natale! E bisogna fare le prove!! Mai avrei creduto di SFORNARE UN PANETTONEEEEE!

Mai, perchè non avevo il lievito naturale e il panettone tradizionale si fa con pm.

Mai, perchè a mano è praticamente impossibile riuscirci, serve una lavorazione lunga e accurata.

Mai, perchè legata al secondo punto, prima dell’anno scorso NON avevo un’impastatrice che me lo permettesse.

Mai, perchè non avevo le competenze per farlo, l’esperienza!!

Mai, perchè non sapevo fare “il velo” e tanto meno cosa fosse!

Ma dopo questa foto posso dire…MAI PRIMA D’ORA!!!

Ho faticato parecchio devo ammetterlo, ci sono moltissime cose da correggere, ma in fin dei conti, a due giorni dalla cottura, in cui tutti i sapori si sono assestati, posso dire che SONO SODDISFATTA e….è difficile riporlo nella busta e NON FINIRLO!!

Dosi per 1 panettone da 1kg (misure stampo: base 18cm, altezza 12cm)

Primo impasto

80 g di lievito madre in forza (rinfrescata con la stessa farina della ricetta, e il cui ultimo rinfresco deve esser triplicato in 3-4h)
200 g di Manitoba (io 220g di Simec W~430)
120 g di tuorli (io 126g, ~6 tuorli di uova medio grandi)
80 g di burro freddo (meglio quello tedesco/bavarese)
90 g di zucchero (io semolato e vanigliato da me)
80 g di acqua

Procedimento:

Sciogliere lo zucchero nell’acqua e mettere nel ken con la foglia (vel. ~1), aggiungere la pm e farla sciogliere bene. Aggiungere 3/4 della farina mentre gira. Aspettare che l’impasto sia incordato e cambiare la foglia con il gancio,

Aggiungere piano il burro a pezzetti e poi i tuorli, unendo 1 cucchiaino di farina insieme ad ognuno, uno alla volta aspettando che il precedente sia stato assorbito. Lasciare girare il ken, sempre a vel.1. Fare la prova velo quando sembra ben incordato (la ciotola dovrebbe rimanere pulita e la pasta non si dovrebbe più attaccare ai lati), ma nel caso si strappasse o non tenesse la tensione, aggiungere un po’ di acqua goccia a goccia, infatti se non fa il velo significa che l’impasto ha bisogno di idratazione. Deve risultato un impasto NON lucido.

Mettere a lievitare in un luogo caldo per 10/12 ore o comunque fino al raddoppio (a me ne sono servite 14)
Quindi far ammorbidire l’uvetta in una ciotolina con brandy e poca acqua calda fino a ricoprila totalmente, prima del secondo impasto avvolgerla in un panno per farla asciugare bene.

Tip 1. Se dopo diverse ore il primo impasto non si è sollevato per niente, per svegliarlo un po’ si può risolvere facendo delle pieghe in ciotola, almeno una ventina (Nico)… per poi ripeterle dopo un’ora. In 5h dovrebbe fare il miracolo!

Tip 2. Si può mettere un pizzico di bicarbonato al primo impasto per contrapporre l’acidità

Tip 3. La pm deve essere in forza facendo 2 rinfreschi ravvicinati e triplicati in 3h prima di usarla per l’impasto

Secondo impasto

100 g di manitoba ( io 80g, ma cmq la ricetta originale ne prevede 50)
30 g di tuorli (io 1 tuorlo di 22g)
20 g di zucchero vanigliato
80 g di burro freddo
6 g di sale
120 g di uvetta
120 g di arancia candita (io 1 cucchiaino di aroma in cremina di Doretta)
i semini di mezzo baccello di vaniglia

Procedimento:

Si riprende il 1° impasto ormai raddoppiato e si incorda di nuovo con il gancio azionando il ken al minimo (circa dieci minuti).

Ora riporto per filo e per segno il suggerimento di Terry:
GLI INGREDIENTI CHE SEGUONO DOVETE AGGIUNGERLI UN CUCCHIAINO ALLA VOLTA SENZA PERDERE MAI L’INCORDATURA. NON ABBIATE FRETTA, FIDATEVI.

Quindi aggiungiamo 2/3 della farina prevista. Sbattiamo il tuorlo con lo zucchero e i semi di vaniglia, e aggiungiamone metà all’impasto, un cucchiaino alla volta, sempre tenendo l’incordatura. Quindi il burro freddo a tocchetti, in porzioni grandi quanto una mora sempre alla stessa maniera, spettando che sia assorbita la porzione precedente. Quindi poi la restante farina e il mezzo tuorlo.
In ultimo aggiungere il sale. E se serve l’ acqua goccia a goccia, per fare la prova velo.

Alla fine aggiungiamo l’uvetta (strizzata in un panno, fatta asciugare e infarinata appena  con la farina) e i canditi o come nel mio caso, un cucchiaino di cremina all’arancia e vaniglia, mescolando al minimo con il ken per farli inglobare all’impasto. Deve risultato un impasto NON lucido.

Far riposare l’impasto per un’ora a 28°C, quindi pirlare far riposare per 45 minuti a t.a. e mettere nello stampo a lievitare. (Per mancanza di tempo e sottovalutando l’importanza di questo passaggio, ho soltanto lasciato riposare un’ora a t.a., facendo diverse pieghe a U e verso il centro tentando di farlo star su, ma in effetti risultava parecchio morbido, il mio push up non era stato così efficace, ma ho cmq messo nello stampo). Meglio metter una teglia sotto così evitiamo spiacevoli imprevisti e mettiamo il tutto in una busta di cellophan.

Solitamente ci vogliono circa 7h perchè raggiunga il bordo, se non succede qualcosa è andato storto (io ho concluso la mia Odissea dopo 20 ore!!!!) Come vedete infatti nella foto in alto a dx si sono formate delle bolle, sicuramente sono di slievitazione e temp troppo alta, le orecchie no nsono venute e tanto meno la cupoletta! grrr

Scaldare il forno a 180°C e abbassare a 160°C quando si mette il panettone, per 60 minuti. Fare la prova stecchino (questa la conoscete senz’altro tutti :))))

Capovolgere subito il dolce infilando degli spiedi alla base o come nel mio caso dei ferri da maglia (più come quello più a sx che quello a dx) per almeno  – per ora è così che li uso, magari quando avrò preso 10 chili valuterò se farli diventare lo strumento per il mio nuovo hobby 😀 e poggiarlo su due livelli alla stessa altezza x farlo asciugare – si vede sullo sfondo del panettone cotto come ho sistemato due sedie con un panno x non fa scivolare i ferri. 😉 Neanche stavolta è precipitato 😉

Consiglio di assaggiarlo almeno dopo due giorni dalla cottura, tenendolo, una volta freddato, in una busta di cellophan spruzzata con alcool a 95°C. Non siate ingordi ehm…CURIOSI come me, avreste un risultato diverso da quanto troverete nei giorni successivi, in cui tutti i sapori si assesteranno e saranno “al posto giusto” senza rimanere la delusione e con un “malloppo” sullo stomaco prima di andare a dormire (ogni riferimento è puramente casuale :))) )

Rispetto ad altri lievitati “importanti” è particolarmente morbido, non vi spaventate e perseverate!

Ringrazio Anna Maria (Ciokkyna) e Terry per ricetta e procedimento, oltre agli altri cookini che mi hanno aiutato per ottenere questo risultato, compreso il velo (Marcella alias Pichirina) ma soprattutto la compagnia delle balconcine Antonella (Antonella73), Irene (ladycrazy) e Cinzia (Cinziade66) che hanno impastato con me.

Chiedete a Raro e ai miei che se lo son gustato anche con un Moscato d’Asti 😉

Mamma al primo assaggio ha detto “Ehi, ma sa proprio di panettone!!”

MAI PRIMA D’ORA.

 Con questa ricetta partecipo al contest
Senza…non è Natale” in collaborazione con Melegatti

e al contest di Lu.C.I.A.

Zuccobrioche per halloween!


E’ immediata ormai l’associazione zucca-halloween!!Così per una piccola festicciola (poi metterò le singole ricettine) in occasione di questa festa poco italiana, ma comunque uno stimolo o meglio, una scisa in più per trascorrere una serata con amici ho preparato un pan brioche! Volevo però ricreare una zucca e così è stato—più o meno!

La ricetta è la versione salata della Treccia soffice ai tre cioccolati, con qualche modifica,che ho poi reso “panettone gastronomico” dividendolo a strati sottili e farcendolo 😉

80g pm
230g latte,
500g farina per pizza Simec
1 uovo
1cucchiaino di zucchero
7g sale
90g burro morbido ma non troppo

Ho sciolto la pm nel latte, impastato poi con 490g farina
Aggiunto lo zucchero subito dopo 1 uovo e 10g di farina e il sale. impastando tutto ad alta velocità. Ho Aggiunto poi in pezzetti piccoli il burro a t.a., 1/3 del totale per volta,senza aggiungerne altro prima che fosse assorbito quello prima.

Ho ribaltato l’impasto ad ogni terzo di burro (quindi ho fermato la macchina, tolto il gancio, ribaltato e riagganciato), mandato a vel 2, poi ho aumentato tanto la velocità per far venire il velo.

a questo punto ho lasciato lievitare in una ciotola unta d’olio un’oretta a t.a. e poi ho messo in frigo circa 14 ore (non ho potuto prima). Ho lasciato di nuovo a t.a. e ho formato due pallotte, con il “tuppo” che simulasse il picciolo della zucca. Ho poi lasciato lievitare a 28°C per 5h circa.

Poi ho spennellato con passata di pomodoro con olio, sale e origano per renderla più arancione a fine cottura e ho praticato i tagli.

Come ogni pan brioche che non farcisco appena freddo, l’ho lasciato freddare bene e poi l’ho tenuto in frigo dentro un sacchetto di plastica fino al momento di tagliarlo e farcirlo.

L’ho farcito con philadeplhi e pomodori, philadelphia e tacchino arrosto, tonno e pomodori 😉

Che ve ne pare?
A me sembrava un’idea carina 🙂

con questa ricetta partecipo al contest
“Dolcetto o scherzetto?Happy Halloween” di  Un giorno senza fretta

Il nuovo contest mio e di Micol

e di I sapori del cuore

30% farina integrale*…pane della “settimana”


Ecco il 2° pane di cui sono VERAMENTE soddisfatta, Vi presento il pane della settimana” 🙂 Non perché sia di valore inferiore a quello dell’anno eh, maper sottolineare che grazie ai nuovi accorgimenti (qui) mi DURA MORBIDO UNA SETTIMANA!! E’ evidente che non è fino alla fine come appena sfornato, ma non diventa pietra!

*(La percentuale di farina integrale è contata sul totale di tutte le farine tranne quella nella pm)

Questo è il pane che dedico, anche se in ritardo, al WBD il World Bread Day, che si è festeggiato il 16 ottobre scorso, perchè penso meriterebbe persino una candelina!

Si vede com’è soffice e leggero?

La ricetta di base è quella del “pane dell’anno (finora)”, con variazioni sulle farine, integrale di grano invece che di farro 😉 e cotto “a caldo” e non “a freddo” come l’altro.

poolish (al raddoppio, quasi triplo)
40g di pm (o 4g lievito di birra fresco)
50g acqua
50g farina Manitoba Simec

impasto
410g farina 00 per pizze Simec (media forza)
100g Farina integrale
300g acqua
1 cucchiaino di malto d’orzo
1,5 cucchiaini di sale
olio

ho preparato l’autolisi con tutta la farina e tutta l’acqua prevista dall’impasto, mescolando i due ingredienti per iniziare l’incordatura e ho lasciato riposare coperto.

Ho aggiunto il poolish con il malto e ho mandato l’impastatrice a velocità sostenuta (2-3), il sale, il tutto per 25 minuti con il gancio, quando è riuscita la prova velo: l’impasto non si strappava nell’allargarlo con le mani e neanche “crollava” dal gancio. Ho riportato sul piano unto d’olio e ho fatto 2 pieghe 3 con intervalli di 15 minuti finchè non manteneva la forma.

Ho lasciato stare per un’altra mezz’oretta untato e poi ho messo il tutto in una ciotola a sua volta dentro un sacchetto di cellophan e sigillato e poi in frigo per quasi 12h!!

Tirato fuori dal frigo e lasciato a t.a. per un’oretta quando l’ho formato, scoppiando le bolle d’aria (belle loro!!) che si erano formate e ho arrotolato il filoncino. Messo in una teglia da plumcake su un panno infarinato per 5h e mezza.

Ho ribaltato con delicatezza il pane lievitato sulla teglia appena spolverata di semola e ho praticato dei tagli. Il pane è esploso in forno così si è gonfiato pi da un lato andando a perdere un po’ la forma iniziale 🙂
Avendo già il forno acceso e caldo per altre preparazioni stavolta ho cotto “a caldo”: 230° per i primi 10′ e a 200 per i successivi 25 😉

E’ nato un pane con un’alveolatura non così regolare e buchi più grandi per via di alcune bolle non scoppiate nella formatura, o una formatura poco “stretta”, ma BUONISSIMO!

…che è una NUVOLA…MORBIDISSIMA!
Spero che queste foto rendano giustizia!

Ringrazio ancora i miei amici cookini e Nico in particolare per aver raggiunto questo risultato!

Treccia soffice ai 3 cioccolati!


Frutto di un cucinare insieme con le balconcine, grazie a martyso  per averla segnalata e alle raccomandazioni e ai consigli dei miei amici panificatori di cook sono riuscita a fare una treccia davvero buona! Soffice e “cotonata”! Quanto mi sono divertita, sono orgogliosissima del risultato!

La ricetta originale è quella di Sara Papa, ma senza frigo e con 150 g di pm e 50 di zucchero.

Stavolta la mia pasta madre ha dato il meglio di sè! si vede quanto è soffice? 🙂

100g pm pimpante
200g latte
470g farina (io poco meno di metà tre mulni per pizze, poco meno di metà di Grandi molini italiani per pizze e 1 cucchiaio di monitoba)
1 uovo
80g di zucchero
7g sale
90g burro morbido ma non troppo

Ho sciolto la pm in 190g latte, impastato poi con 460g farina
Aggiunti 80g di zucchero subito dopo 1 uovo e 10g di farina e il sale. Aggiunto poi in pezzetti piccoli il burro a t.a., 1/3 del totale per volta,senza aggiungerne altro prima che fosse assorbito ql prima.

Ho ribaltato l’impasto ad ogni terzo di burro (quindi ho fermato la macchina, tolto il gancio, ribaltato e riagganciato), mandato a vel 1, poi ho aumentato tanto la velocità per far venire il velo (importantissimo e prova di incordatura riuscita, per una perfetta riuscita della mollica, morbida, soffice, cotonata e pettinata) che però non veniva, l’ho sbattuto/impastato sul piano, ha riposato 15minuti, credevo di smettere di impastare, ma pichi ha visto il non-velo (l’impasto si strappava) e mi ha suggerito di aggiungere un goccino di latte rimettere in planetaria velocemente e ci sono riuscita! Si fa la prova prendendo con le dita unte i lembi dell’impasto per non farlo strappare.

qui la differenza delle prove velo:

e dell’impasto prima e dopo aver ottenuto il velo, molto più liscio e lucido dopo:


Ho lasciato riposare 2h a t.a.e messo l’impasto in frigo (per 8h). La mattina dopo (c’è chi ha formato prima del frigo e lasciato la treccia in frigo)  ho tirato fuori, lasciato un’oretta e formato la treccia stendendo la pasta a mezzo cm, per ogni rotolo ho messo ciocco bianco, al latte e fondente grattugiati e chiuso i lembi delle strisce con albume spennellato. 😛


ha lievitato fino al raddoppio 5h a 27°C (che bomba sexy!!!)

ho infornato a forno statico a 170°C per 35-40 minuti, aumentava sempre di più in forno!!!

eccola tagliata! in tutta la sua morbidezza! Vedete i tre cioccolati? 

Scusate per le tante foto ma sono così orgogliosa di questa treccia!! Ne ho fatte altre in passato, ma nessuna era venuta tanto cotonata, forse proprio per la mancanza del velo! Insomma, più simile alla colomba che alle altre trecce, e infatti ottenni il velo, tutto tornaaaaaaa!

Devo però aggiungere una postilla: il giorno stesso la treccia era così come ve l’ho mostrata, ma nei due giorni successivi si sta compattando un po’, così mi hanno consigliato di congelarla a fettine e tirarla fuori un po’ prima di quando la si vuol mangiare per  mantenere tutta la sua morbidezza!

Ecco le altre trecce brioche

Treccia alla nutella, treccia russa, brioche con crema al limone e mele,  Angelica.